giovedì 9 ottobre 2008

Quattro Dita: intervista a Rich Koslowski

Siamo lieti di presentare al pubblico di Prospettiva Globale la prima (e finora unica) intervista italiana a Rich Koslowski, acclamato autore del romanzo a fumetti Quattro Dita, accolto in Italia da un ottimo successo di pubblico e critica.


Ciao Rich, benvenuto sul blog di ProGlo. Che ne dici di presentarti al pubblico italiano?

Rich:
Certo! Mi chiamo Rich Koslowski e sono nato e cresciuto a Milwakee, Wisconsin (dove vivo tuttora). La mia città ha detenuto per decadi il titolo di capitale mondiale della birra, e nel corso degli anni ho fatto la mia parte affinché mantenesse tale titolo. Ho 40 anni e sono sposato da 18 con mia moglie Sandy, insieme abbiamo una figlia di 6 anni che si chiama Stella (anche lei scrittrice e artista in erba).
Ho iniziato la mia carriera alle superiori, quando al quarto anno capii di essere abbastanza bravo a disegnare l'Uomo Ragno. Realizzai velocemente che non solo mi piaceva leggere fumetti, ma anche disegnare questi fantastici personaggi. Presto i miei quaderni, che avrebbero dovuto essere pieni di roba come matematica, scienza e storia, si riempirono invece di scarabocchi di Spidey, Batman e di molte belle ragazze vestite in abiti discinti - questi ultimi disegni mi fecero guadagnare molte ore nell'ufficio del Preside. In ogni caso, il mio destino era segnato. Sapevo cosa avrei fatto nella vita!
Finite le superiori ottenni un diploma in Commercial Art. Subito dopo ottenni un paio di umili "lavori artistici" che facevano veramente schifo, ma durante uno di questi, nel 1988, incontrai mia moglie.
Poi, finalmente, trovai lavoro presso una compagnia di animazione del posto chiamata Animagination, dove si producevano pubblicità e brevi video su misure di sicurezza. Lì facevo l'intercalatore, il colorista e anche l'uomo delle pulizie. Fu lì che inizio a formarsi un'idea... su una storia chiamata Quattro Dita! Ma ci arriveremo più tardi...

Alla Animagination iniziammo a a creare storyboard per alcuni cartoni animati, tra cui la serie Sonic the Hedgehog, all'epoca molto popolare. E questo ci portò, alla fine, a lavorare per la serie a fumetti di Sonic, che veniva pubblicata dalla Archie Comics. Sì! Finalmente! Il sogno della mia vita -lavorare nel mondo dei fumetti- si stava avverando. Da allora lavoro per la Archie come artista free-lance. Il lavoro alla Archie mi servì anche come trampolino di lancio per la mia serie autoprodotta, The 3 Geeks, che si guadagnò presto un buon successo di pubblico e critica. The 3 Geeks raggiunse il suo apice nel 1999, quando fu nominato in tre categorie agli Eisner Awards, e contemporaneamente passò sotto l'egida della Image Comics. The 3 Geeks stava andando molto bene, ma c'era un problema... qualcosa stava solleticando ripetutamente miei i pensieri... Quattro Dita! Un'idea brillante (o almeno così pensavo) per un romanzo a fumetti.

Il problema era il tempo. Non ne avevo abbastanza. Per fare Quattro Dita avrei dovuto mollare The 3 Geeks. Pensai di presentare il soggetto a qualche casa editrice, dalla quale avrei probabilmente avuto un rifiuto, e poi, eventualmente, autopubblicarmelo. Ero molto determinato a vedere la mia storia stampata su carta. Sapevo che era buona.
La mia prima scelta fu la Top Shelf. Ero un grande fan dei libri che pubblicavano. Dopo il loro rifiuto, avrei presentato la mia proposta a qualche altra casa. Ma il giorno dopo averla mandata alla Top Shelf, Chris Staros (il proprietario) mi chiamò dicendomi "Vogliamo pubblicarlo! E' un'idea fantastica!". E due giorni dopo arrivò il contratto.
"Wow!" pensai. "E' stato facile".
Così, avevo tra le mani il contratto per Quattro Dita, ma dovevo ancora decidere se smettere di pubblicare The 3 Geeks. Era una decisione molto difficile da prendere, ma la presi. Quattro Dita uscì nel 2002, raccogliendo recensioni entusiastiche e ottime vendite, e vincendo anche l'Ignatz Award come miglior graphic novel, a fine anno.
Nel 2005 ho pubblicato con Top Shelf il mio secondo libro (The King), e nel 2009 uscirà per loro il mio terzo libro: BB Wolf & The Three L.P.s (da una sceneggiatura di J.D. Arnold). Quattro Dita, oltre alla vostra edizione italiana, è stato tradotto anche in portoghese.
Ho anche lavorato per la Marvel Comics, e su personaggi come I Simpsons, I Griffin e Hellboy.

Wow! Di certo non sei un tipo di poche parole. Dicci di più (se è possibile) su Quattro Dita. Come mai un fumetto che parla di personaggi dei cartoni animati? Quali sono state le tue fonti di ispirazione?

R: Quattro Dita nacque come idea nel periodo in cui tenevo delle conferenze sul disegno, l'animazione e i libri ai bambini delle scuole elementari. Mi facevano sempre la stessa domanda: "Perché disegni sempre personaggi che hanno solo quattro dita?" E io rispondevo con il vero motivo: era più facile, per gli animatori, animare mani con un dito in meno. Ma... una malsana idea stava iniziando a farsi strada... Nella mia mente cercavo di immaginare il "vero motivo" dietro a quel perché. Pensai che sarebbe stato meraviglioso trattare quei personaggi come degli attori oppressi che cercavano di sbarcare il lunario in una Hollywood anni '30 colma di pregiudizi, in maniera parallela a quello che passarono gli attori afro-americani. Non riuscivano a ottenere nessun ruolo, quando riuscivano erano sottopagati e alla fine cadevano nella disperazione.
Solo un cartone ce l'aveva fatta: Rickey Rat... l'unico. Ed era nato con un difetto congenito: aveva soltanto quattro dita. E i cartoni erano gente molto superstiziosa, giusto? Non voglio spingermi oltre, per coloro i quali non l'avessero ancora letto.
In quel periodo, poi, uscì il documentario sul Baseball di Ken Burns, che mi esaltò! Presto, il mio piccolo bocciolo di idea divenne un documentario. Pensavo veramente che la storia ne avrebbe guadagnato, se narrata sotto forma di documentario. E fu assolutamente fantastico disegnare il tutto! Mentre lavoravo al libro, mi sentivo proprio come un regista. Non mi sono mai divertito tanto, lavorando a un progetto. Presto, comunque, questa piccola intuizione deflagrò in qualcosa di molto più complesso! Non soltanto avevo dato al libro una forma intrigante, ma stavo anche iniziando a immettere nella mia storia cospirazioni e depistaggi sull'assassinio di Kennedy, il Sasquatch e la morte di Marilyn Monroe!


Qualcuno, qui in Italia, ha detto che "Quattro Dita è l'equivalente disneyano di quello che Watchmen rappresenta per i supereroi". Sei d'accordo?

R: WOW! E' uno dei paragoni più lusinghieri che abbia mai sentito! Mi piacerebbe incontrare quel "qualcuno" e ringraziarlo di persona. E' la prima volta che sento una cosa del genere ma penso di poter essere d'accordo. Perché no? E' un complimento fantastico, è l'analogia è paragonabile. Penso che entrambe le opere abbiano lo stesso "sentimento". Una sorta di atmosfera malsana, scura, viscerale. Mi piace! Devo conoscere il nome di questa persona, in modo da poterla citare correttamente.
E a proposito di connessioni con Watchmen... Qualche anno fa Gary Spencer Milidge (l'autore di Strangehaven, in Italia per la Black Velvet, ndr) mi chiese di contribuire al suo libro-tributo Alan Moore: Ritratto di uno straordinario gentleman (co-curato da smoky man, pubblicato in Italia sempre da Black Velvet, ndr). Io ne fui lusingato e naturalmente accettai. E così feci questo fumetto di tre pagine che aveva come protagonista uno dei personaggi di The 3 Geeks, Allen George, che, come mi aveva fatto notare un fan qualche anno prima, era del tutto identico a Seymour, il personaggio di Watchmen. Così ho scritto una storia ala Quattro Dita, come se fosse un documentario. Pensai che potevo divertirmi col fatto che i due personaggi si assomigliavano, e così creai questo "attore" chiamato Gil Lenderthol, che aveva interpretato sia Seymour in Watchmen che Allen George nel mio fumetto (oltre ad aver ricoperto altri piccoli ruoli in telefilm come Star Trek). Feci raccontare a Gil una storiella su un retroscena di Watchmen, cioè di come ebbe la parte soltanto grazie a uno scandalo sessuale che anni prima lui e Alan Moore (?) avevano condiviso insieme ad alcune ragazze e a delle saponette da gabinetto molto acide. Nella storia portavo i lettori a credere che fosse Alan Moore la persona implicata nello scandalo, ma alla fine dell'intervista di Gil viene rivelato che, con sua grande sorpresa, il libro tributo è su Alan Moore e non su Dave Gibbons! E' stato Gibbons (o Gibby, come lo chiama Gil) ad avere l'incauto incidente con la saponetta. Mandai le tre pagine con qualche esitazione, temendo di offendere qualcuno. Era una storia divertente, ma un po' particolare, per cui ero un po' preoccupato. Quando Gary mi disse che sia Alan che Dave l'avevano trovata divertentissima, fui incredibilmente sollevato... e, ovviamente, molto orgoglioso.


Dai soggetti delle tue opere si evince come tu sia un grande appassionato di cultura pop, specialmente di personaggi iconici e carismatici (Topolino in Quattro Dita, Elvis in The King, Babbo Natale in The List). Lo sei davvero?

R: Mi piace molto avere a che fare con i personaggi mitici della cultura popolare, distorcelri, rigirarli e osservarli da una prospettiva differente, certo! E' la familiarità che i lettori hanno già con queste figure, che fa sì che tutto funzioni. Ho scoperto che la cosa mi piace, ed è gradita anche da altri. Il principio cardine, primo e più importante, è di disegnare quello che piace a te, ed è quello che faccio io. Racconto le storie che a me piacciono... e poi non mi resta che pregare che piacciano anche ad altra gente, là fuori. Finora, non ho avuto problemi.

Il tuo prossimo fumetto tratterà un argomento simile?

R:
Il prossimo libro in uscita per Top Shelf si chiama BB Wolf & The Three L.P.s e... Sì! E' una riscrittura della classica I tre porcellini e il lupo cattivo. Questa volta la storia non è mia, comunque. Mi occupo soltanto dei disegni. Lo sceneggiatore è un esordiente, J.D. Arnold. Mi contattò tempo fa proponendomi di illustrare la sua storia. Ero riluttante, finché non lessi il suo soggetto. Rimasi molto impressionato e accettai il lavoro. Il libro è fantastico, e arriverà nelle librerie intorno alla primavera/estate del prossimo anno.
Dopo di questo... ancora non so. Ho un sacco di nuove idee, devo solo trovare quella giusta per l'editore giusto e mettermi al lavoro! Alcune idee, comunque, hanno ancora a che fare con delle icone pop... una riguarda un tizio abbastanza conosciuto, di nome Gesù. Penso che un po' di gente, là fuori, possa aver presente la sua opera.

Quali sono i tuoi fumetti e i tuoi artisti preferiti?

R: Una domanda difficile, dato che sono così tanti! All'inizio, quando ero un ragazzino, sono stato influenzato da molti artisti Marvel e DC come John Byrne, John Buscema e Jack Kirby. John Byrne diventò il mio favorito! Il suo lavoro su Uncanny X-Men mi stese letteralmente. A quel punto scoprii il suo predecessore: Neal Adams, e fu spazzato via! Collezionai velocemente tutti i fumetti dove Adams aveva lavorato, e rimasi stupito di quale talento avesse.
Da allora la lista è cresciuta e cresciuta, e, ovviamente, quando sono diventato adulto ho capito che, per realizzare una grande graphic novel o un singolo albo, la scrittura è egualmente, se non di più, importante rispetto ai disegni. Ecco quindi alcuni dei miei artisti preferiti, scelti tra disegnatori, sceneggiatori o artisti completi: Guy Davis, Chester Brown, Joe Matt, Alex Robinson, Michel Rabagliati, Alex Ross, Dan Brereton, Mark Millar, Brian Michael Bendis, Ed Brubaker, Dan Clowes, Seth, James Sturm, Dave Cooper, Grant Morrison, James Robinson, Warren Ellis, Neil Gaiman, Mike Mignola, Jean Paul Leon, Tommy Lee Edwards, Kurt Busiek, Peter David e la lista va avanti per un bel po'... Troppi per ricordarli tutti!
Alcuni titoli? Attualmente mi piace Captain America, ma colleziono da sempre The Avengers e Fantastic Four. Ho iniziato a leggere da bambino soprattutto titoli Marvel, e continuo a seguirli tutt'ora. Ma anche molti DC... Oggigiorno seguo soprattutto gli scrittori. Se amo uno scrittore, lo seguo da una serie ad un'altra. Dovrei anche dire che tutti i libri prodotti da Drawn & Quarterly o Top Shelf sono in cima alla mia lista! Questi due editori producono le migliori graphic novel disponibili sul mercato.

C'è qualcosa che non ti abbiamo chiesto, ma che vuoi dirci lo stesso?

R: Beh, a parte che sono bellissimo, talentuoso, generoso, divertente e, ovviamente, umile? No, credo di no. Ma vorrei aggiungere che lavoro nell'industria del fumetto da ormai 15 anni, e spero di restarci per tutto il resto della mia vita. Lavoro molto duramente per migliorarmi, e spero che questo si veda, sul prodotto finito. Apprezzo molto i miei lettori e non li do mai per scontati. Quindi, grazie a voi per aver acquistato il mio lavoro e per avermi supportato nel corso di questi 15 anni!

2 commenti:

sTUDIOpAZZIA ha detto...

che forte! mi ha fatto davvero una bella impressione in questa intervista, e sicuramente non si da troppe arie, a giudicare dal materiale che legge
son sempre più curioso
purtroppo, sto ancora aspettando che arrivi la mia copia di quattro dita in fumetteria

ProGlo ha detto...

A quanto pare, uno dei distributori ha ordinato meno copie di Quattro Dita rispetto a quelle che i lettori hanno ordinato (facile che sia quello da cui si fornisce la tua fumetteria, purtroppo). Stiamo cercando di capire il perché: comunque trovi quattro dita praticamente in tutte le librerie feltrinelli, puoi comprarlo online da noi, oppure a Lucca Comics ;-)